Dopo Rio de Janeiro eccomi a Salvador de Bahia pieno di aspettative per questa città coloniale decantata in tante canzoni, descritta in 1000 libri e ripresa in altrettanti film… Non ho potuto vedere niente di tutto questo visto che ogni persona incontrata sul posto (dal passante al proprietario della posada) ci dicevano: muito perigoso quindi la visita è stata molto veloce sopra il pullmino e, infine, una veloce visita a piedi al pelourinho senza zaini, macchine fotografiche, soldi e tutto quello che avevo letto, visto e ascoltato mi si è ripresentato davanti con tutti i colori tipici delle cittadine coloniali, la musica che arriva dagli scantinati… ma di tutto questo ho avuto solo il sentore superciale per il problema della sicurezza.
Dopo, con un aliscafo molto movimentato eccomi al Morro di San Paulo, un piccolo angolo caraibico all’interno del Brasile e, soprattutto, un’isola “felice” dove le contraddizioni di Rio e il problema sicurezza della vicina Salvador non esistono.
Qui tutto gira perfettamente in funzione del turista fin dal suo arrivo con portantini pronti a trasportare i bagagli per le ripide salide a bordo di cariole, si… avete letto bene: cariole!
Oltre a questo, sentore di sicurezza massima (quasi ai livelli di Cuba), ristoranti per tutti i gusti e tutte le tasche, spiagge lunghissime e bellissime rese ancora più suggestive dalle maree molto pronunciate… insomma, una piccola isola felice al di fuori di ogni dinamica brasiliana.