A pochi metri da Copacabana, da Ipanema, dai palazzi alti e ricchi si erge su una collina la favelas di Rocinha: la più grande di Rio con i suoi 150.000 abitanti ufficiale (realmente sono quasi il doppio).
Entrare da soli è improponibile e solo grazie alla onlus Il Sorriso dei miei bimbi è stato possibile: appena entrati si è subito colti dagli odori forti e acri della discarica a cielo aperto, dai vicoli stretti in cui perdersi è facilissimo.
Grazie a Barbara, fondatrice della onlus, donna che sta dedicando la sua vita alla favelas, donna piena d’amore, abbiamo percorso qualcuno di questi vicoli in cui il cielo non era visibile ma sono un ammasso di muri, muretti e finestrelle.
Ogni tanto Barbara ci avvisava di non guardare i ragazzi: sono le famose (purtroppo) vedette, ragazzi poco più che adolescenti che, mitra in mano, stanno seduti all’incrocio di 2 vicoli pronti ad avvisare i boss in caso di visite non gradite e, soprattutto, pronti a prendersi una pallottola in fronte…
In tutto questo la Rio bene, quella di Copacabana, non chiude un occhio ma tutti e due: per loro le favelas non esistono come non esistono per la polizia o per la politica: sono lasciate là a vivere e, soprattutto, morire autonomamente.
Foto ne ho potuto fare poche ma spero che il mio racconto vi abbia messo la curiosità giusta per farvi accendere la fiammella: Barbara ha bisogno di molto aiuto anche dall’Italia, quindi che aspettate? Correte a visitare il loro sito o andate sulla loro pagina facebook: Il sorriso dei miei bimbi