La Colombia vissuta per strada

Come ogni paese dell’America latina la Colombia vissuta per strada dove ogni persona porta tutta la sua felicità, la sua allegria, la sua voglia di vivere.

Non esistono centri commerciali dove chiudersi sia fisicamente che dentro se stessi: tutto è volto all’interazione con l’essere umano sia che ci si trovi in un luogo turistico sia in un normale vicoletto pieno di case tutte colorate.

Certamente non sono tutte rose e fiori, i problemi esistono e, in alcuni casi, sono anche gravi, ma di base c’è un modo di affrontare la vita (con i relativi problemi) in modo positivo e costruttivo.

Questa mia Colombia vissuta per strada è stata accompagnata dalla lettura di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcìa Màrquez in contemporanea ai luoghi visitati leggevo il libro riconoscendo quasi per incanto quello che leggevo in quello che i miei occhi vedevano:

Pensò confusamente, intrappolato alla fine nel morso della nostalgia, che forse se l’avesse sposata sarebbe stato un uomo senza guerra e senza gloria, un artigiano senza nome, un animale felice.

 

Ora facciamo parlare la gente che ho incontrato…

Bogotà: bancarelle fuori la chiesa

Deserto Tatacoa: gente strana col casco

Cartagena: Chiacchiere tra le sculture nel quartiere Getsemani

Cartagena: la vita in strada nel quartiere Getsemani

Cartagena: una delle tante bancarelle di cibo per “assaporare” al meglio la Colombia che vive per strada

Pedro Romero: eroe dell’indipendenza che esulta davanti ad una chiesa che tanto male ha portato agli indios

I bambini devono giocare per strada: devo vivere il mondo e non vederlo attraverso un schermo chiusi dentro casa

Un manifesto strappato come può essere strappata la vita di una bambina senza la scuola

Il miglior modo di vivere la Colombia per strada: uno zaino

Penisola della Guajira: un deserto immenso nel punto più a nord dell’america del sud dove il lavoro principale degli indios è chiedere doni alle macchine che passano tirando una corda e bloccandole

Bogotà, museo di Botero: Osservata dai quadri

Bogotà, museo di Botero: tutti a guardare forme strane che ti rapiscono facendoti sorridere

Villa de Leyva: Ogni sorta di colore nei vestiti tra turisti ed abitanti del luogo c’è una cosa in comune: mai essere grigi, tristi ma sempre colorati ed allegri

Chiquinquirá: Questa signora, proprietaria da generazioni di un piccolo ristorante, mi ha accolto con sorriso e gentilezza nel proprio locale facendomi sentire a casa. Ancora non ho capito se fosse contro il papa o il presidente colombiano.

Chiquinquirá: Jump!!!!! Anche crescendo i “piccoli uomini” che stanno diventando adulti non rinunciano alla strada

Villa de Leyva: Fare la spesa al mercato ti avvicina alla gente invece dei freddi e spenti centri commerciali.

Bogotà: primi passi per la strada senza la paura di sbucciarsi le ginocchia

Camminando tra strade colorate porta allegria e, per fortuna, lo stiamo capendo anche in Italia riempiendo di murales le nostre città

Bogotà: allegria è musica, america latina è musica… Musica per strada in ogni angolo e da ogni finestra

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